Secondo l’ISTAT, nel nostro Paese gli anziani (da 65 anni in poi) sono circa undici milioni, un quinto della popolazione, e tre milioni sono i «grandi vecchi» (80 anni e oltre).4 In Italia, nel 2002 è stato stimato che il 28,6% (26-31%) delle persone di 65 anni o più cade nell’arco di 12 mesi. Di questi, il 43% cade più di una volta. Il 60% delle cadute avvengono in casa. Dentro casa gli ambienti a maggior rischio sono: la cucina (25%), la camera da letto (22%), le scale interne ed esterne (20%) e il bagno (13%). Circa il 10% delle cadute determina danni gravi; di questi il 5% sono fratture. Nelle persone anziane circa il 95% delle fratture del femore è causato dalle cadute; tra le persone che cadono riportando la frattura del femore circa la metà non riprende più il cammino e il 20% muore entro 6 mesi.14 Le cadute portano a conseguenze oltre che fisiche (traumi e fratture) anche psicologiche, come quelle identificate nella cosiddetta Post Fall Sindrome (PFS), che comporta nei pazienti anziani la riduzione fino al 30% della qualità della vita.
I benefici sono legati al miglioramento delle FUNZIONI DEL SISTEMA VISIVO.
Studi del Prof Vincenzo De Cicco hanno dimostrato una correlazione tra capacità cognitive e qualità della funzione visiva. Il miglioramento dell’IPOCONVERGENZA determina inoltre:
– Miglior localizzazione degli ostacoli: diminuzione del rischio di incespicare in ostacoli (tappeti,…)
– Miglior comfort dell’occhiale per miglior mantenimento della centratura delle lenti
– Miglioramento dei movimenti del collo
– Miglioramento delle capacità di concentrazione